“Che ci vuole per scegliere qualche foto e scrivere un testo per un sito? Sono capaci tutti!”
In questo articolo scoprirete perché non è affatto così…!
Quando ho iniziato a svolgere questa professione, 11 anni or sono, non conoscevo la parola “usabilità”, ma conoscevo la parola “persuasione”. Solo a dirla, quanta atmosfera si crea, senti come suona: persuasione.
Non ci è voluto molto prima che scoprissi che persuasione e usabilità, nel mondo della comunicazione online, vanno a braccetto nei messaggi più efficaci.
Cos’è l’usabilità?
Secondo il dizionario, si tratta della “facilità d’uso”. In pratica l’usabilità definisce il grado di facilità e soddisfazione con cui si compie l’interazione tra l’uomo e uno strumento. Nel nostro caso, lo strumento è un’interfaccia web, desktop o mobile.
Cos’è la persuasione?
“La persuasione è qualsiasi tentativo atto a modificare comportamenti e/o atteggiamenti senza usare coercizione o inganno”.
B.J. Fogg, Psicologo sperimentale
Sì, persuadere qualcuno, nel nostro caso la persona che entra nel sito web di un’azienda, professionista o brand, non implica in alcun modo l’inganno o il raggiro, anzi, significa solo esprimere nel miglior modo possibile attraverso elementi visivi e testuali il messaggio che si intende comunicare. E qual è il miglior modo possibile? Parlare la lingua del nostro target, perché come diceva Cicerone:
“Se volete convincermi, dovete pensare i miei pensieri, provare i miei sentimenti e parlare con le mie parole.”
Un caso pratico
La comunicazione efficace per un sito web usabile e persuasivo, è un incontro tra le esigenze del brand e la sua specifica nicchia di mercato. Da un lato, quindi, il cosa ti voglio dire e dall’altro il come è più funzionale che io te lo dica in base a chi sei tu e chi sono io.
Questo 2022 sta vedendo Digital Followers bella impegnata, tra gli altri, su un ampio progetto di comunicazione per l’apertura di un nuovo ristorante di cucina italiana contemporanea a Montagnana, il Belavocado by Frachef.
Tra le diverse attività (brand identity, posizionamento, adv, social…), stiamo gestendo anche la realizzazione del sito, che man mano si sta arricchendo di nuove sezioni e che a breve vivrà il suo lancio ufficiale.
Ebbene, quando 11 anni fa ho scoperto l’usabilità, ho incontrato anche il grande tema del “blink test”, ossia il “test del battito di ciglia”. Entrando in un sito, la primissima impressione che si avrà di quell’azienda, servizio o prodotto, è legato a quello che percepiamo nei brevi istanti iniziali.
Quanto dura un blink? 50 millisecondi. È questo il lasso di tempo che abbiamo per trasmettere al visitatore che entra nel nostro sito per la prima volta tutto quello che vogliamo fargli sapere. In un battito di ciglia, si forma la prima e più importante impressione dell’utente riguardo a chi siamo. Un ottimo sito riesce a far capire la propria offerta al visitatore in meno di 5 secondi.
Studiando la homepage del ristorante Belavocado, abbiamo scelto di fare in modo che la prima schermata del sito offrisse tutto ciò che serve per comunicare al visitatore il messaggio e il posizionamento del ristorante.
Gli elementi essenziali sono: logo + titolo e sottotitolo + pulsante prenota online, che è la prima e più importante call to action per il Belavocado. Poco sotto, immagini con piatti e preparazioni, per far capire che si tratta di un ristorante.
Il nostro intento è che immediatamente la persona intuisca che:
- è il sito di un ristorante (l’occhio coglie immagini culinarie)
- è il Belavocado by Frachef (logo)
- è un ristorante elegante (messaggio trasmesso dalla scelta del layout, font, parole, bilanciamenti tra spazi pieni e spazi vuoti, palette colori, titoli…)
- può/deve prenotare online (testi + pulsante)
Saper operare di continuo SCELTE e saper organizzare in ordine di importanza le informazioni, in un incessante andirivieni tra visivo e testuale, è il segreto per dare vita a un sito che si impegna a comunicare nel miglior modo possibile.
Il cliente, co-founder del ristorante, è stato completamente felice del risultato, così come lo sono state le molte persone coinvolte nella fase del collaudo della pagina, il cosiddetto panel test.
Insomma, la prossima volta che qualcuno vi dice che “per scegliere qualche foto e scrivere un testo sono capaci tutti, che ci vuole”, provate a ricordarvi l’immensa mole di lavoro, pensiero, prove e decisioni che ci sono dietro a una semplice homepage, dove anche 2 pixel di spazio in più o in meno sono stati oggetto d’indagine 😉