Generazione di contenuti e targeting: dura la vita del content manager. Cosa fare per ottenere un flusso ininterrotto di contenuti efficaci?
Ero in treno verso i laghi bellunesi e Francesco, che da qualche mese ha iniziato a gestire la pagina Instagram di un gruppo d’arte, mi chiede: “ma Alessandra, tu che fai questo lavoro da molto più tempo di me, quali sono i consigli top che ti sentiresti di dare a chi è agli inizi?”
Questa domanda mi ha fatto provare al contempo due cose: la prima è che per la prima volta nella vita ho scoperto che si stanno ribaltando i ruoli, perché ero sempre stata io quella più giovane e più inesperta, mentre ora la prospettiva muta (sto invecchiando, lo so 😄); la seconda è che booooom, non avevo dubbi su che cosa rispondere.
Francesco, sono due le cose principali che mi sento di consigliarti con tutto il cuore se vuoi fare bene il tuo lavoro di “content creator”, ossia di creatore di contenuti (poco importa se tali contenuti diventano un post su Instagram o un articolo in un blog o altro ancora: sempre di contenuti si tratta).
La prima: non buttare via niente, come si dice di fare col maiale!
Sì, poco poetico, ma tanto vero: chi – come me – si occupa di generare contenuti per un’azienda o un brand, contenuti che diventano testi, immagini, video, ecc…, deve sempre avere l’idea che l’azienda per cui lavora dovrà pubblicare contenuti “all’infinito” e che quindi il suo lavoro deve mettersi nella condizione di poter produrre contenuti “all’infinito”. Ci sono aziende che, per la natura di prodotti o servizi che offrono, hanno effettivamente la possibilità di comunicare tantissime cose. Qui le cose sono più semplici da un certo punto di vista, perché non ci si deve spaccare la testa per inventare il contenuto da pubblicare: il paniere è talmente ben fornito che, al contrario, in questo caso il lavoro è saper scegliere!
Ad esempio, Francesco lavora per questa pagina d’arte, che parla di pittura, fotografia, design, musica, cinema… caspita, qui la sfida è togliersi dall’imbarazzo della scelta!
Ma la realtà dei fatti, almeno dei fatti capitati nel mio piccolo in questi anni, è che la maggior parte delle aziende o dei brand non può contare su una cornucopia incessante di contenuti da raccontare. Ed ecco che qui entra in gioco il nostro maiale 🙂
Del maiale non si butta via niente, e così bisogna fare con i contenuti: dire 1 sola cosa alla volta, 1 solo concetto per post, è già un ottimo inizio per stagliuzzare il contenuto e, da un singolo argomento, scoprire che se ne possono ricavare tantissimi altri e che ogni (OGNI) aspetto può trasformarsi in un nuovo contenuto. Questo articolo che sto scrivendo, ad esempio, già va contro a questo principio (perché si predica bene e si razzola così così), dato che a breve parlerò del consiglio nr 2, che avrei potuto benissimo raccontare in un nuovo articolo a se stante (e wow, magia: invece di 1 articolo ne avrei sfornati il doppio 😉).
Un altro ottimo sistema per generare contenuti come non ci fosse un domani è essere sempre attenti: siamo davvero sicuri che un’azienda di isolamenti termici abbia poco o nulla da dire? Già solo passando in rassegna i tanti perché una persona ha bisogno di/sceglie un isolamento, magari ecosostenibile, può aprire tantissimi scenari. Chi ne beneficiarà? Come sarà la cameretta dei bambini senza più rischi di muffe dannose? Come si dormirà di inverno senza tutto quel frigido? Che bello sarà scoprire il risparmio in bolletta? Ecc ecc…
Dritta nr 2: TUTTO parte dal target
Ah, questa cosa non mi stancherò MAI di sostenere e applicare! È la più grande lezione di marketing e comunicazione che ho sempre visto confermata in questi 10 anni: il tuo messaggio non farà molta strada se non lo hai cucito a puntino per il preciso target di riferimento dell’azienda.
Chi è? Quanti anni ha? Cosa legge? Ha figli? Che ruolo ricopre nel lavoro? Quali sono i suoi più grandi desideri (che il tuo prodotto o servizio può soddisfare)? Quali sono le sue più grandi paure (che il tuo prodotto o servizio può soddisfare)? E così via… Fai un buon ritratto del tuo target, il più veritiero e dettagliato possibile, lo devi proprio riconoscere, e solo allora inizia a scrivere e a generare contenuti, perché ricordiamoci che i contenuti vanno creati in modo che piacciano al target, non all’imprenditore o al markettaro.
Più conosci chi leggerà o guarderà il tuo contenuto, più saprai che parole, immagini, figure retoriche e riferimenti utilizzare.
E qui non posso non citare una massima che tanto tanto tanto mi è cara:
“La gente non vuole un trapano, vuole un buco nel muro.”
(Philip Kotler)
Questo significa saper tirare fuori il beneficio dal beneficio. In altre parole, la gente non compra punte da trapano del 5. Compra buchi del 5 così può appendere le foto dei suoi figli.
Al potenziale cliente non interessa il tuo trapano (prodotto/servizio); gli interessa il buco nel muro (il risultato che otterrà). Gli interessa il buco nel muro perché così potrà appendere le foto dei suoi figli. Non si acquistano prodotti ma “mezzi” per essere più felici.
Le persone non vogliono quello che fate, vogliono ciò che il prodotto fa per loro. Vogliono il modo in cui li farà sentire. Vogliono un mezzo.
E più abbiamo chiaro, come creatori di contenuti o Content Manager, come vogliono sentirsi i nostri destinatari, più sapremo utilizzare le leve giuste per avvicinarli all’acquisto o, almeno, alla presa in considerazione del brand per cui stiamo lavorando alacremente.
Così forse ci risparmieremo (e soprattutto lo risparmieremo all’azienda per cui creiamo contenuti) il dolore di vedere i clienti optare con più soddisfazione per le soluzioni offerte da lui, il temuto Concorrente.
Ecco cos’ho raccontato a Francesco, che subito si è messo a lavorare al suo ultimo post 😉