Come raccontare il proprio lavoro senza usare le parole

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Mostrare il portfolio lavori, per la maggior parte delle aziende, è un punto di forza della propria comunicazione. In molti dei siti su cui mi trovo a operare, infatti, questa sezione non può mancare.

È interessante notare come, negli ultimi 10 anni, sia cambiata l’impostazione di tale delicata e “pulsante” area del sito, in cui si presentano nei loro reali risultati e applicazioni finali i servizi, prodotti o lavorazioni messi a punto dall’azienda per soddisfare le richieste dei propri clienti.

Un portfolio lavoro (o “case history”) comunica questo: siamo affidabili non solo a parole, ma te lo (di)mostriamo nei fatti, perché altri prima di te ci hanno scelti ed ecco come abbiamo risolto quel problema, e quindi di conseguenza come potremo risolvere anche il tuo (qui puoi vedere il portfolio di Digital Followers).

I portfoli a cui ho lavorato sono cambiati via via nel tempo, passando da lunghi testi elaborati con foto dei vari step di lavorazione, dettagli di numeri e statistiche, a pagine via via sempre più alleggerite nei testi a favore delle immagini.

L’accento si è quindi spostato, in questa decade, dalle parole descrittive alle immagini emozionali che mostrano il RISULTATO, favorendo il veloce scroll a cui tutti ci siamo abituati soprattutto in seguito all’utilizzo quotidiano dei social, che proprio sull’infinite scroll basano la loro psicologia attrattiva e compulsiva.

Come esempio (perché mostrare i fatti è sempre meglio che restare nella teoria 😉 ) porto il portfolio sviluppato per uno dei siti da noi realizzati (o meglio “restyling-zzati”) nei mesi trascorsi: si tratta di un caso estremo in cui la lavorazione viene narrata senza alcuna descrizione, e solamente con tante belle immagini di dettagli.

 

Certo, esistono settori e settori, e non per tutti vale questa tendenza: chi offre ad esempio servizi immateriali affronta il tema sotto tutto un altro punto di vista.

Tuttavia, specie per le realtà che offrono prodotti o servizi tangibili, lavorando trasversalmente con aziende che si occupano di attività lontanissime tra loro, posso confermare nel mio piccolo che questa inclinazione è presente in modo sempre più massivo.

Leggere, in generale ma ancora di più sul web, affatica, annoia.

Arriveremo un giorno al punto in cui anche guardare immagini ci stancherà?